Chi sono?
A casa di Antonella è in pieno centro storico di Vittoria, a due passi da tutto quello che può essere utile, ristoranti, pub, bar, supermercati, farmacie, panifici, negozi.
Da qui si possono visitare i dintorni come Comiso, Ragusa Ibla, Modica, Scicli, Marzamemi, Noto, Caltagirone, Ispica, Marina di Ragusa, Scoglitti con le sue bellissime spiagge e con il Museo archeologico regionale di Kamarina un antichissimo sito famoso nell’antichità per la sua potenza e per i suoi terreni fertili, dove si trova oggi Vittoria.
Qui c’è molto da visitare, da vedere, paesaggi mozzafiato da godere, paesaggi che potrete trovare solo qui, nel ragusano, per esempio i muretti a secco che potrete ammirare lungo le strade che collegano i vari paesi.
Potrete avere la fortuna di vedere il mare e l’Etna contemporaneamente, vi assicuro che è una gioia per gli occhi.
Qui potrete fare dei percorsi enogastronomici indimenticabili, Cerasuolo di Vittoria, ciliegino, conserve di pomodoro, pane e olio dei Monti Iblei, la vera cucina mediterranea che potrete degustare tra i tanti ristoranti della nostra provincia.
La Sicilia è tutto questo e molto altro ancora.
Gli ambienti
"Amo la mia terra e la mia città"
Breve storia su Vittoria
Vittoria sorge a 168 metri sul livello del mare. Il punto più alto è Monte Calvo, a circa 250 metri di altezza. A est della Città scorre il fiume Ippari che ha le sue origini in tre sorgenti: in contrada Boscorotondo nei pressi di Vittoria, nella fonte Diana nel cuore di Comiso e in contrada Cifali. L’area risulta abitata sin dall’Età del Bronzo, con evidenze archeologiche dall’età imperiale (II sec. dopo Cristo) fino all’epoca bizantina (inizi IX secolo d. C.), ma non mancano seri indizi dell’importanza della zona in epoca medievale, un vero e proprio crocevia di strade che faceva di Grotte Alte il punto di risalita delle trazzere che dalla valle si dirigevano lungo il pianoro, verso Terranova. Vittoria, così chiamata dal nome della fondatrice Vittoria Colonna (1558-1633), nata per il vino, rispettò per quasi tre secoli questa sua vocazione, producendo diverse qualità di “vino nero” riconosciuto come assai pregiato.
La centralità del lavoro è la chiave di volta di un sistema di vita sociale che fa di Vittoria, un centro vivo che sperimenta, produce, inventa. La città presenta una struttura urbanistica a scacchiera e i suoi plazzi di stile Eclettico e Liberty sono il biglietto da visita di un popolo che ha puntato il suo sviluppo sull’agricoltura. In campo ecomomico, Vittoria, pur mantenendo la sua tradizione di centro agricolo può oggi essere considerata un fiorente centro commerciale ed industriale, avendo aggiunto alla primaria attività vitivinicola una fiorente e conosciuta attività di sfruttamento programmato della coltura delle primizie in serra di pomodoro e di altri ortaggi, nonchè un’avanzata e specializzata coltura di fiori e piante ornamentali. Negli ultimi anni, accanto alla serricoltura, si assiste ad un ritorno del vigneto, con la produzione del cosiddetto “Cerasuolo” (nome introdotto dal cav. Giuseppe Di Matteo nel 1950), composto principalmente dalla miscela di uve di qualità “calaurisi” e “rrappato” (note anche come Nero d’Avola e Frappato). Nella periferia della città è situato uno dei più grossi Mercati ortofrutticoli e floreali d’Italia, mercato assai spesso citato nella cronaca nazionale. La qualifica di Città è stata concessa con decreto del Presidente della Repubblica Italiana On. Sandro Pertini. A sud della città si sviluppa la Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo”, lungo il fiume Ippari.
Il Museo Italo Ungherese
Inaugurato il 14 dicembre 1995, il Museo nasce grazie all’aiuto dei Ministeri della Difesa Italiano e Ungherese, ma soprattutto dalla volontà dell’Amministrazione Comunale e dalla collaborazione con lo Stato Magiaro.
Festa del patrono San Giovanni Battista prima domenica di luglio.
Alla scoperta del territorio, del cibo e del vino
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